I disastri non sono naturali

Il termine “disastro naturale” è spesso abusato. E’ ampiamente utilizzato dalla stampa e nei resoconti dei media, nei documenti ufficiali governativi e nelle agenzie umanitarie. E’ un termine ormai di uso comune.

Tuttavia, fin dal 1756, l’uso del termine viene messo in dubbio.

Non esiste un disastro naturale. Se riconosciamo e accettiamo la definizione standard di disastro come una grave interruzione del funzionamento di una comunità o di una società, su qualsiasi scala, a causa di eventi pericolosi che interagiscono con le condizioni di esposizione, vulnerabilità e capacità, dobbiamo considerare il coinvolgimento umano al centro dell’evento.

Un evento pericoloso diventerà un disastro solo se avrà un impatto sul funzionamento di una società o di una comunità. In quanto tale, un disastro può accadere solo dove esiste una società o una comunità. Quella società ha preso decisioni (spesso storiche e spesso fatte da élite in posizioni di potere) economiche, di pianificazione e di altro tipo che hanno alterato la vulnerabilità al rischio e cambiato il modo in cui il pericolo colpisce.

Pertanto, dire che un disastro è naturale è sbagliato. E anzi induce erroneamente le persone a pensare che i risultati devastanti siano inevitabili, fuori dal nostro controllo e siano semplicemente parte di un processo naturale. I pericoli (terremoti, frane, uragani, inondazioni, eruzioni vulcaniche) sono inevitabili, ma non lo è l’impatto che hanno sulla società.


La campagna #NoNaturalDisaster mira a cambiare la terminologia per mostrare che, mentre alcuni pericoli sono naturali e inevitabili, i disastri che ne risultano sono quasi sempre causati da azioni e decisioni umane (fonte: UNDRR social media).

Cronologia dei principali crolli di discariche minerarie