La miniera

La prima testimonianza scritta circa l’attività mineraria sul monte Prestavel risale al 1528: in un verbale redatto da un incaricato del Principe Vescovo di Trento si legge che vi sono delle miniere d’argento “su un certo monte nel territorio di Varena, verso la Val Scura”. Dal verbale emerge che l’attività mineraria, che senz’altro in antico era stata intensa, nella prima metà del Cinquecento era pressoché inesistente, specie se confrontata con quella allora importantissima del Primiero.

La miniera di Prestavel venne sfruttata industrialmente a partire dal 1934. La concessione fu rilasciata per la durata di 50 anni alla “Società Atesina per l’esplorazione mineraria”, alla quale subentrò nel 1941 la Montecatini, poi Montedison. Durante il primo periodo venivano estratte circa 30 tonnellate al giorno di materiale grezzo. La lavorazione avveniva nella valle del rio Gambis, sul versante del Monte Prestavel opposto alla Val di Stava.

Dal 1962, con lo spostamento dell’attività mineraria in Val di Stava, la costruzione dell’impianto di flottazione e del primo bacino di decantazione a monte di Stava, la produzione raggiunse le 150 tonnellate al giorno. Sul finire degli anni ’60 la produzione diminuì bruscamente, ma nel 1970 la scoperta di nuovi filoni consentì di riprendere l’attività a ritmi ancor più sostenuti. Dal 1974 al 1980 gli impianti di Prestavel furono gestiti dalla società “Fluormine”, il cui controllo passò dalla Montedison all’Eni. Nel 1980 la Fluormine rinunciò alla concessione che venne affidata alla “Prealpi Mineraria Spa”.