La visita del Papa

Già in occasione dell’Angelus di domenica 21 luglio 1985 il Santo Padre Papa Giovanni Paolo II si strinse nel dolore alla comunità di Tesero, ai superstiti e ai familiari e pregò per le Vittime innocenti della catastrofe di Stava.

Due anni dopo, il 12 luglio 1987, il Papa pregò sul cimitero di Fortogna, dove riposano le Vittime del disastro del Vajont, e ricordò con particolare commozione anche la tragedia di Stava.

Lunghi minuti aggrappato alla Croce, simbolo dell'umanità piegata sotto il peso di un dolore immane, condiviso fino in fondo. Il 17 luglio 1988 Papa Giovanni Paolo II° visitò i luoghi della catastrofe e si soffermò in preghiera sul cimitero di San Leonardo a Tesero.
Lunghi minuti aggrappato alla Croce.

“Alla cara popolazione di Stava – disse in quell’occasione il Santo Padre – rinnovo l’espressione della mia solidarietà spirituale, assicurando ancora una preghiera per le Vittime tragicamente perite e invocando l’assistenza divina su quanti recano ancora nell’anima le ferite causate dalla sciagura. Benedico di cuore tutte le famiglie di quella comunità e ogni sforzo volto a farla rinascere e rifiorire spiritualmente e materialmente”.

Nel terzo anniversario della catastrofe, accogliendo l’invito formulato dall’Arcivescovo di Trento su richiesta dell’Associazione sinistrati Val di Stava, della Parrocchia e del Comune di Tesero, il Santo Padre venne in visita a Tesero e a Stava.

Dopo aver sostato in preghiera nella Chiesa di San Leonardo, il Santo Padre visitò il cimitero delle Vittime e rimase inginocchiato, per alcuni lunghi interminabili minuti, aggrappato alla croce, simbolo dell’umanità piegata sotto il peso di un dolore immane condiviso fino in fondo.

Il Papa ebbe quindi una parola di conforto per ciascuno dei familiari raccolti attorno alle tre fosse dove sono sepolte le salme delle 71 Vittime non riconosciute e pronunciò in tono sommesso un breve discorso improvvisato.

L'incontro fra il Santo Padre ed i familiari delle vittime: "...incrocia gli sguardi dei parenti delle vittime, stringe la mano a tutti, dona una parola di pace e speranza."
L’incontro fra il Santo Padre ed i familiari delle vittime:
“…incrocia gli sguardi dei parenti delle vittime, stringe la mano a tutti, dona una parola di pace e speranza.”

“Mi ritrovo fra voi, come uno di voi, partecipando alla stessa commozione, allo stesso dolore, allo stesso mistero … Ci troviamo davanti alla tragedia di tante morti umane concrete, morti che ci hanno tolto tante persone amate, vicine, carissime e dobbiamo riscoprire nei nostri cuori, nella nostra fede la dimensione della vita che viene da Dio, ma che trascende la sua misura terrestre, qualunque essa sia, la trascende verso Iddio, Padre della vita. …

Vi dico una parola di compassione, le mie condoglianze, questo è umano; questo si deve dire. Non solamente dire, ma sentire, vivere con quelli che soffrono la perdita dei loro cari. Ma da testimone, da Apostolo di Gesù Cristo, non posso accontentarmi solamente di queste parole di umana compassione. Devo rivelarvi, di nuovo e sempre di nuovo, questa verità, questa dimensione della vita che oltrepassa la realtà di questo cimitero, di tutti i cimiteri del mondo, di tutti i defunti, di tutta la morte, che travolge la storia dell’uomo, sempre, ogni giorno, da anno ad anno, da secolo a secolo”.

Dopo l’incontro con i familiari, il Papa – che era accompagnato dal Cardinale Patriarca di Venezia Marco Cé, dall’Arcivescovo di Trento Giovanni Maria Sartori, dall’arcivescovo emerito di Trento Alessandro Maria Gottardi e dal Parroco di Tesero Giovanni Conci – salì verso Stava dove incontrò la cittadinanza e alcune migliaia di fedeli giunti per l’occasione.

Il Papa con l’Arcivescovo di Trento Giovanni Maria Sartori e il Parroco di Tesero Giovanni Conci.
Il Papa con l’Arcivescovo di Trento Giovanni Maria Sartori e il Parroco di Tesero Giovanni Conci.

A Stava Giovanni Paolo II formulò alcune riflessioni circa la natura e le risorse che il Creatore mette a disposizione dell’uomo e che devono essere usate ordinatamente.

“Il dominio accordato dal Creatore all’uomo non è un potere assoluto, né si può parlare di libertà di ‘usare e abusare’ o di disporre le cose come meglio aggrada. La limitazione imposta dallo stesso Creatore fin dal principio ed espressa simbolicamente con la proibizione di ‘mangiare il frutto dell’albero’ mostra con sufficiente chiarezza che, nei confronti della natura visibile, siamo sottomessi a leggi non solo biologiche, ma anche morali, che non si possono impunemente trasgredire”.

Al termine dell’incontro il Papa ha benedetto la lapide in cristallo realizzata dall’Associazione sinistrati Val di Stava che racchiude i nomi delle 268 Vittime e che venne posta poi nella chiesetta della “Palanca” di Stava.

Migliaia di fedeli salirono a Stava per l’incontro con il Santo Padre.
Migliaia di fedeli salirono a Stava per l’incontro con il Santo Padre.

Nel 1989 in occasione del quarto anniversario l’Associazione sinistrati Val di Stava ha dato alle stampe un volume che raccoglie le immagini più significative dell’incontro del Santo Padre con i familiari delle Vittime e con la popolazione e i testi delle omelie pronunciate dal Papa e dagli Arcivescovi di Trento in questa e in altre occasioni di suffragio per le Vittime. Il libro può essere acquistato presso il Centro Stava 1985.

Nel 2008, nel ventennale della visita di Papa Giovanni Paolo II a Tesero e a Stava, la Struttura Programmi della Sede Rai di Trento ha realizzato il film “Un Papa in ginocchio”, di Alberto Folgheraiter, che permette di rivivere ogni singolo momento della visita di Papa Giovanni Paolo II a Tesero e a Stava nel pomeriggio del 17 luglio 1988. Il film viene proiettato su richiesta presso il Centro Stava 1985.