24. Mario Govi[*3] & Fabio Luino1 (2003)

La colata di fango di Stava (Trentino) del 19 luglio 1985. In: G. Tosatti (a cura di) “Rassegna dei contributi scientifici sul disastro della Val di Stava (Provincia di Trento), 19 luglio 1985”, Pitagora Ed., Bologna.

Articolo di prima pubblicazione

© Pitagora Editrice, Bologna, Italy

Riassunto

Il grave dissesto avvenuto nel Trentino il 19 luglio 1985 ha riguardato un impianto di decantazione costruito poco a monte del centro abitato di Stava, frazione del Comune di Tesero. L’impianto era costituito da due vasche sovrapposte destinate al contenimento dei fanghi provenienti dal lavaggio e separazione di minerali estratti nelle gallerie della miniera di Prestavel. I due bacini erano entrambi delimitati frontalmente da alti rilevati in terra, mentre al retro si appoggiavano direttamente al versante; il dislivello tra la base del bacino inferiore e la sommità di quello superiore era di circa 50 m.

Il 19 luglio 1985, poco dopo mezzogiorno, per cedimento improvviso della parte frontale del rilevato arginale superiore, un’ampia massa fangosa, di volume pari a circa 250.000 m3, si riversava lungo il pendio sottostante l’impianto, espandendosi fino ad occupare una fascia che a monte del centro abitato di Stava era larga circa 250 m. Il villaggio, composto da 20 edifici, veniva completamente distrutto in tutte le sue strutture, demolite fino al livello del piano campagna. La colata, proseguendo rapidamente la sua traslazione lungo la valle del Torrente Stava per oltre 3,5 km, attraversato l’abitato di Tesero, si scaricava nell’alveo del Fiume Avisio.

Una serie di fattori, dovuti a deficienze costruttive influenzate fondamentalmente dalla presunzione che i materiali limosi depositati nei bacini di decantazione diventassero in poco tempo consolidati, determinarono il crollo degli invasi. Nessun sistema di monitoraggio fu mai installato per garantire tale assunto. In base ai dati raccolti e alle osservazioni compiute, un insieme di motivazioni concatenate ha avuto ruolo preparatorio, in termini di instabilità crescente con la progressiva sopraelevazione dell’impianto, fino a determinarne l’impulsivo collasso del 19 luglio.

[*3] Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica, Sezione di Torino, Strada delle Cacce 73, 10135 TORINO (Italy)