9. G. Del Pero & A.M. Tonelli (1989)

Utilizzo di immagini telerilevate per la tutela della pubblica incolumità e la conservazione del territorio in zone di impianti di ritenuta idrica. L’analisi retroattiva del caso di Val di Stava. Atti Conv. Naz. “Telerilevamento per la gestione del suolo e delle acque”, Firenze 9-10 ottobre 1986, pp. 131-143, CNR-IROE, Firenze.

© C.N.R. – I.R.O.E., Firenze, Italy

Riassunto

La ancora recente tragedia di Val di Stava e la susseguente sensibilizzazione nei confronti dei controlli da imporre nella fase di progettazione e di gestione di impianti idrici di ritenuta, ha richiamato l’attenzione sulla ricerca di metodi scientifici oggettivi per la definizione di parametri di sicurezza in siffatte opere.

Il campo di intervento del telerilevamento in questo tipo di problematiche pare molto ampio e sicuramente poco sfruttato.

L’attuale disponibilità dei dati telerilevati dai satelliti commerciali statunitensi e francesi messi in interconnessione con aeroriprese termografiche mirate, consente innanzitutto il censimento puntuale e facilmente aggiornabile della dislocazione e del numero degli sbarramenti, con una valutazione interpretativa della situazione idrogeologica al contorno (dissesti, elementi idrogeologici, analisi strutturale), dalla scala regionale fino al dettaglio.

Nella fase progettuale vengono definiti quei parametri che a scala regionale sono esemplificativi della stabilità idrogeomorfologica dell’area utilizzando sintesi od elaborazioni di immagini da satellite. La sinotticità dell’informazione raccolta e la taratura con limitati interventi in campagna consentono l’oggettivazione delle anomalie tessiturali o strutturali in tal modo evidenziate.

La classificazione della predisposizione al rischio sulla zona di futura ubicazione dell’invaso può essere quindi effettuata sulla base di una sovrapposizione di dati geologici, idrogeologici e geotecnici frutto di competenze specifiche, eventualmente incentivati da un opportuno rilievo termografico di dettaglio intermedio.

Nella fase gestionale (e di per sé il richiamo al crollo dei bacini di Tesero risulta conseguente) vengono messe in evidenza, tramite rilievi termografici, le condizioni di impermeabilizzazione e di tenuta delle soglie e degli argini naturali e/o artificiali, identificando vie di uscita preferenziale delle acque sotterranee, disomogeneità fisiche nei terreni e condizioni di imbibizione dei suoli. Il potere di scambio termico funzione dell’inerzia termica rende ragione inoltre, in abbinato con la fotointerpretazione classica di immagini stereoscopiche, della caratterizzazione litologica e tessiturale dell’area, fornendo degli elementi di base per una corretta gestione, frutto di interventi specialistici tempestivi.