Cronistoria dei bacini di decantazione della miniera di fluorite di Prestavel

Fino al 1960 la produzione di fluorite dalla miniera di Prestavel, gestita dalla Società Montecatini fin dal 1941, non superava le 30 tonnellate al giorno di “tout venant”, cioè del totale di materiale estratto dalla miniera dal quale, per successive lavorazioni, veniva separato il minerale.

Nel 1961 la società concessionaria costruiva un nuovo impianto per la separazione del minerale dallo sterile con il sistema della flottazione. Fu inoltre costruito un apposito acquedotto, con presa dal Rio Stava, che portava a Prestavel l’acqua necessaria per questo tipo di lavorazione. Il sistema consentiva un aumento di produzione per il trattamento di “tout venant” fino a 200 tonnellate al giorno. In concomitanza a tali lavori, veniva progettato e realizzato un primo bacino per la discarica e la decantazione dei rifiuti provenienti dal nuovo impianto di trattamento. Gli argini furono costruiti in località Pozzole, a circa 400 m di distanza dagli edifici di lavorazione del minerale, in una zona acquitrinosa caratterizzata dalla presenza di emergenze idriche, e il primo bacino entrò in esercizio nel 1962.

Nel 1966 la Società Montecatini si fondeva con la società Edison e, a partire dall’anno successivo, la concessione mineraria di Prestavel fu intestata a nome della nuova società Montedison.

Dal 1968 la produzione iniziò a diminuire poiché, con l’avanzamento dei lavori minerari, i filoni di fluorite cominciarono ad assottigliarsi. Nel 1969 si pose il problema di costruire un secondo bacino. A quell’epoca la miniera appariva infatti prossima al suo esaurimento e, per non cessare del tutto la produzione di fluorite, si pensò di riutilizzare i limi depositati nel bacino inferiore, di pomparli a monte, di procedere a nuova flottazione e quindi di scaricare la torbida prodotta in un nuovo bacino posto a monte di quello del prelievo. Tuttavia, nel 1970 ulteriori ricerche minerarie diedero esito positivo e il secondo bacino, sovrastante al precedente e costruito senza alcun ancoraggio al terreno, venne utilizzato non già per la rilavorazione dei fanghi del primo ma per la discarica di torbida prodotta dalla lavorazione di minerale di nuovo rinvenimento.

Negli anni successivi l’attività della miniera continuò, con progressivo innalzamento dell’argine del bacino superiore che, nel 1973, aveva raggiunto un’altezza di circa 10 m rispetto alla base dello stesso argine.

Nel 1974 la miniera di Prestavel fu ceduta dalla Montedison alla consociata azienda Fluormine, che subentrò nelle attività di estrazione per altri sei anni, quando anch’essa rinunciò definitivamente alla concessione mineraria.

Nel 1978 l’argine del bacino aveva raggiunto una sopraelevazione di circa 26 m dalla sua base, mentre la scarpata presentava pendenze massime di ben 40° nel tratto inferiore e di 33° in quello superiore; ciò in seguito alla creazione di una berma, costruita in seguito a sommarie verifiche di stabilità condotte nel 1975.

Nel 1980 la società Prealpi Mineraria subentrò alla Fluormine nella gestione della miniera di Prestavel. Tuttavia, per circa due anni, i bacini non furono utilizzati, dal momento che si preferì utilizzare un sistema diverso per l’arricchimento della fluorite.

Nel 1982, avendo la Prealpi necessità di ottenere un prodotto con un più alto tenore di fluorite, venne ripresa la flottazione del minerale, con riutilizzo dei bacini di decantazione e ulteriore accrescimento dell’argine del bacino superiore di altri 4,5 m.

Il 19 luglio 1985, alle ore 12:22’55”, l’argine del bacino superiore crollò, determinando anche il collasso del bacino inferiore e generando la disastrosa colata di 180.000 m3 di fanghi semifluidi che distrusse completamente il villaggio di Stava e causò la morte di 268 persone.

(sintetizzato da: Autori Vari, 1995)