Adesione

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Adesione in veste di socio onorario Adesione in veste di sostenitore Fondazione Stava 1985 OnlusPiazza Sgorigrad 2 - StavaI - 38038 - Tesero (Trento)Codice fiscale 01748010228

Finanziamento

Il nostro impegno, il Vostro sostegno La Fondazione Stava 1985 è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale Onlus. Opera grazie al nostro impegno di volontariato e al vostro sostegno economico. 5 per mille Per destinare il 5 per mille dell'Irpef alla Fondazione Stava 1985 Onlus è sufficiente: trascrivere il codice fiscale della Fondazione Stava 1985 onlus 01748010228 nell'apposito riquadro della dichiarazione dei redditi "Scelta per la destinazione del cinque per mille dell'IRPEF - Sostegno del volontariato delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni e fondazioni" eapporre la propria firma nello stesso riquadro. Il

Organi statutari

Consiglio di Amministrazione Il Consiglio di Amministrazione è così composto:Graziano Lucchi (presidente);Carlo Dellasega (vicepresidente vicario);Clemente Deflorian, Andrea Trettel, Elena Ceschini, Massimo Cristel, Roberto Fanton, Alan Barbolini, Mauro Carazzai, Claudio Zanon, Carla Vargiu. Collegio dei revisori dei conti Il Collegio dei revisori dei conti è così composto:Andrea Varesco (presidente);Iosella Zorzi, Giorgio Zorzi I componenti gli Organi statutari non percepiscono alcun compenso. Contatti

Soci fondatori

Atto costitutivo La Fondazione Stava 1985 è stata costituita con atto notarile il 7 febbraio 2002. È un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale Onlus. Ha sede a Stava nel Comune di Tesero in provincia di Trento. Soci fondatori Soci fondatori sono l'Associazione Sinistrati Val di Stava (ora Associazione 19 luglio Val di Stava), la Magnifica Comunità di Fiemme e i Comuni di Tesero, Longarone e Cavalese.

Obbiettivi

La Fondazione Stava 1985 si è posta il compito della "memoria attiva", come l'ha definita l’allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in occasione dell'udienza al Palazzo del Quirinale il 22 settembre 1999. Una memoria che non è fine a se stessa, ma che vuole creare e rafforzare quella coscienza delle proprie personali responsabilità che è mancata a Stava e che deve servire per evitare che si ripetano ancora avvenimenti simili, prevedibili ed evitabili. Per realizzare l’obbiettivo della “memoria attiva” la Fondazione opera su tre aree progettuali: iniziative per onorare la memoria delle 268 Vittime della catastrofe; informazione circa genesi,

Presentazione del libro "Stava Perché" al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

Memoria attiva

"E' importante mantenere viva la memoria di quanto è accaduto a Stava nel 1985 ed avete fatto bene a costituire la Fondazione Stava 1985 che si pone come compito la memoria, ma in senso attivo, per far sì che venga stimolato il richiamo alla responsabilità di ciascuno di noi.Perché queste disgrazie, il dramma che Stava ha vissuto e gli altri, dipendono essenzialmente dalla superficialità di coloro che hanno responsabilità." "Purtroppo l'inevitabile talora accade.Ma queste non sono cose che rientrano nell'inevitabile.Queste sono tragedie che dovevano essere evitate: non si dovevano creare le condizioni perché potessero accadere.Ci troviamo ripetutamente, nella nostra vita

Formazione post-universitaria

La Fondazione Stava 1985 promuove iniziative di formazione post-universitaria rivolte agli addetti ai lavori allo scopo di diffondere le conoscenze tecniche relative alla sicurezza dei bacini di decantazione, anche di quelli abbandonati, e rafforzare nei responsabili di queste strutture la consapevolezza delle proprie personali responsabilità. La Fondazione punta a far maturare la cultura di previsione e prevenzione delle condizioni di rischio associate al collasso o all’inefficienza di strutture geotecniche, muovendo dalle indicazioni dell’Unione Europea (Direttiva 2006/21/CE recepita nel 2008 in Italia con il Decreto Legislativo n. 117) che prevedono esplicitamente che “la progettazione, l’ubicazione e la gestione di tali strutture

Le lapidi delle Vittime del comune di Tesero sepolte nel cimitero di S.Leonardo

Così, si chiamavano

Si fa presto, oggi, vent'anni dopo, a ridire Stava. Ma ci dovrebbe tremar la voce, a ripetere o riascoltare quel nome. È stata una strage degli innocenti. È stata un'ecatombe di famiglie. Si fa a presto a dire: 268 vittime. Si fa presto a dimenticarle: sono già passati vent'anni. Ma provate a scriverli, 268 nomi, cognomi, età e luoghi di residenza. La mano si stanca, il cuore si commuove a rileggere, soprattutto i più piccoli e i più vecchi, quelli più fragili, meno esperti o troppo stanchi: Lorenzo, 11 anni; Giovanni, 10 anni; Felicita, 83 anni; Alice, 3 anni; Anna,

Il quadro di Renato Decristina nella chiesa di S.Leonardo a Tesero

7.305 giorni senza di loro

Settemilatrecentocinque giorni (sì, proprio venti anni) dopo quel 19 luglio 1985 - in anticipo sugli orari delle cerimonie ufficiali, per vedere le cose e le facce prima dell'invadenza delle telecamere e dei telefonini dei giornalisti e degli assessori - ritorni nella valle di Fiemme ancora infreddolita dal temporale notturno: nuvole basse e una foschia che poi il sole - trionfante e innocente come QUEL giorno - diraderà. Settemilatrecentocinque giorni fa, però, il fiume Avisio non era fangoso e marrone come oggi, sporcato da una forte pioggia estiva: era gonfio di un grigio inquietante e rivoltante, alluvionato dai fanghi minerari della

8 luglio 1988. Il presidente del Tribunale dà lettura del dispositivo della sentenza.

Le responsabilità

Il processo di primo grado si svolse a Trento e si concluse l’8 luglio 1988 con la condanna di 10 imputati giudicati colpevoli dei reati di disastro colposo e omicidio colposo plurimo e cioè: i responsabili della costruzione e gestione del bacino superiore che crollò per primo: i direttori della miniera e alcuni responsabili delle società che intervennero nelle scelte circa la costruzione e la crescita del bacino superiore dal 1969 al 1985,  i responsabili del Distretto minerario della Provincia Autonoma di Trento che omisero del tutto i controlli sulla discarica. Il procedimento penale si è concluso dopo altri 4