La miniera

La miniera

La prima testimonianza scritta circa l'attività mineraria sul monte Prestavel risale al 1528: in un verbale redatto da un incaricato del Principe Vescovo di Trento si legge che vi sono delle miniere d'argento "su un certo monte nel territorio di Varena, verso la Val Scura". Dal verbale emerge che l'attività mineraria, che senz'altro in antico era stata intensa, nella prima metà del Cinquecento era pressoché inesistente, specie se confrontata con quella allora importantissima del Primiero. La miniera di Prestavel venne sfruttata industrialmente a partire dal 1934. La concessione fu rilasciata per la durata di 50 anni alla "Società Atesina per

La teleferica e la seggiovia

Una teleferica per il trasporto del minerale e una seggiovia per il trasporto dei minatori collegavano gli impianti di lavorazione a quota 1420 metri sul mare con gli imbocchi delle gallerie della miniera che si trovavano a quota 1787, 1715, 1630 e 1550 metri sul mare. I minatori raggiungevano gli impianti di lavorazione in pullman riservato e di qui salivano alla galleria di quota 1787 con la seggiovia che aveva una potenzialità oraria di 80 persone. Con la teleferica del tipo a va e vieni (automotrice, trifune; diametro delle funi portanti 36 mm; diametro delle funi traenti 18 mm; argano

Il punto informativo nei pressi della presa d'acqua sul rio Stava.

La presa d’acqua sul rio Stava

La genesi della catastrofe di Stava è nell'acqua usata per scopi industriali. Strumento per produrre energia elettrica, l'acqua ha provocato i disastri del Gleno, di Molare e del Vajont. Elemento essenziale per "flottare" i minerali, l'acqua è all'origine del disastro del 19 luglio 1985. Ma l'acqua non ha colpa. La colpa è dell'uomo, nell'uso imprudente che gli uomini hanno fatto dell'acqua, senza rispetto per l'acqua stessa e per la montagna che la genera. L'acquedotto serviva per portare all'impianto di trattamento l'acqua necessaria per la flottazione. Da che se ne ha notizia (la prima testimonianza scritta risale al 1528) e fino