Blog

Crolla una discarica di miniera – Una nuova “Stava” in Brasile

Crolla una discarica di miniera – Una nuova “Stava” in Brasile

In Brasile il crollo di una discarica di miniera provoca una catastrofe del tutto analoga, ma molto più grave per proporzioni e perdita di vite umane, rispetto alla catastrofe avvenuta il 19 luglio 1985 in val di Stava a seguito del crollo della discarica di miniera di Prestavèl. La Fondazione Stava 1985 Onlus e l’Associazione 19 luglio val di Stava esprimono cordoglio per le Vittime e solidarietà per i familiari e le comunità colpite. In Italia sono 650 le strutture di deposito degli sterili minerali con un volume complessivamente stoccato di alcune centinaia di milioni di metri cubi. Lo scorso

Riprendono con l’autunno le giornate formative per le scuole

Numerose le classi di studenti e i gruppi già prenotati per le prossime settimane Sul sentiero "La montagna delle scoperte" sul monte Prestavel riprendono le escursioni all'interno delle giornate formative promosse dalla Fondazione Stava 1985. Agli istituti scolastici viene rivolto un invito a portare a Stava le proprie classi di studenti per una giornata di EDUCAZIONE AMBIENTALE E FORMAZIONE ALLA RESPONSABILITA’ PERSONALE E D’IMPRESA. La visita arriva a coprire un’intera giornata con escursione al mattino e approfondimento presso il Centro di Documentazione nel pomeriggio. Il programma può essere esteso a qualsiasi gruppo organizzato che intenda approfondire le tematiche legate alla

Le lapidi delle Vittime del comune di Tesero sepolte nel cimitero di S.Leonardo

Così, si chiamavano

Si fa presto, oggi, vent'anni dopo, a ridire Stava. Ma ci dovrebbe tremar la voce, a ripetere o riascoltare quel nome. È stata una strage degli innocenti. È stata un'ecatombe di famiglie. Si fa a presto a dire: 268 vittime. Si fa presto a dimenticarle: sono già passati vent'anni. Ma provate a scriverli, 268 nomi, cognomi, età e luoghi di residenza. La mano si stanca, il cuore si commuove a rileggere, soprattutto i più piccoli e i più vecchi, quelli più fragili, meno esperti o troppo stanchi: Lorenzo, 11 anni; Giovanni, 10 anni; Felicita, 83 anni; Alice, 3 anni; Anna,

Presentazione del libro "Stava Perché" al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.

L’impegno dei familiari

Associazione 19 luglio val di Stava All’indomani della catastrofe i familiari delle Vittime e quanti hanno subito danni materiali in conseguenza della catastrofe di Stava costituirono l’Associazione Sinistrati Val di Stava. L’Associazione ha svolto un ruolo importante nella stesura di testi di legge dello Stato italiano e della Provincia Autonoma di Trento con i quali si sono previste agevolazioni fiscali e provvidenze economiche in favore dei superstiti e per la ricostruzione delle aziende e del patrimonio abitativo distrutto. L’Associazione ha sostenuto le tesi di oltre 180 parti civili nel corso delle varie fasi del procedimento penale, avvalendosi di un collegio

La visita del Papa

Già in occasione dell’Angelus di domenica 21 luglio 1985 il Santo Padre Papa Giovanni Paolo II si strinse nel dolore alla comunità di Tesero, ai superstiti e ai familiari e pregò per le Vittime innocenti della catastrofe di Stava. Due anni dopo, il 12 luglio 1987, il Papa pregò sul cimitero di Fortogna, dove riposano le Vittime del disastro del Vajont, e ricordò con particolare commozione anche la tragedia di Stava. [caption id="attachment_1600" align="alignright" width="400"] Lunghi minuti aggrappato alla Croce.[/caption] “Alla cara popolazione di Stava – disse in quell’occasione il Santo Padre – rinnovo l’espressione della mia solidarietà spirituale, assicurando

La ricostruzione

L’area interessata dalla colata di fango fu bonificata immediatamente dopo il crollo, mentre l’area che ospitava i bacini di decantazione fu bonificata tre anni dopo. Il Governo, con decreto legge 24 settembre 1985 n. 480 convertito nella legge 662 del 21 novembre 1985, stanziò 30 miliardi di Lire per la ricostruzione. I fondi vennero erogati con la legge provinciale della Provincia Autonoma di Trento n. 10 del 1° aprile 1986. I fondi furono erogati ai proprietari ed agli eredi dei proprietari delle aziende e degli immobili distrutti a titolo di anticipazione sul risarcimento del danno patrimoniale e l’Ente pubblico subentrò

Il quadro di Renato Decristina nella chiesa di S.Leonardo a Tesero

7.305 giorni senza di loro

Settemilatrecentocinque giorni (sì, proprio venti anni) dopo quel 19 luglio 1985 - in anticipo sugli orari delle cerimonie ufficiali, per vedere le cose e le facce prima dell'invadenza delle telecamere e dei telefonini dei giornalisti e degli assessori - ritorni nella valle di Fiemme ancora infreddolita dal temporale notturno: nuvole basse e una foschia che poi il sole - trionfante e innocente come QUEL giorno - diraderà. Settemilatrecentocinque giorni fa, però, il fiume Avisio non era fangoso e marrone come oggi, sporcato da una forte pioggia estiva: era gonfio di un grigio inquietante e rivoltante, alluvionato dai fanghi minerari della

8 luglio 1988. Il presidente del Tribunale dà lettura del dispositivo della sentenza.

Le responsabilità

Il processo di primo grado si svolse a Trento e si concluse l’8 luglio 1988 con la condanna di 10 imputati giudicati colpevoli dei reati di disastro colposo e omicidio colposo plurimo e cioè: i responsabili della costruzione e gestione del bacino superiore che crollò per primo: i direttori della miniera e alcuni responsabili delle società che intervennero nelle scelte circa la costruzione e la crescita del bacino superiore dal 1969 al 1985,  i responsabili del Distretto minerario della Provincia Autonoma di Trento che omisero del tutto i controlli sulla discarica. Il procedimento penale si è concluso dopo altri 4

"Esistevano tutti gli elementi che avrebbero dovuto indurre a non utilizzare l'area prescelta."

La causa

La causa del crollo La causa del crollo è stata individuata nella cronica instabilità di entrambi i bacini di decantazione, in particolare di quello superiore, che non possedevano coefficienti di sicurezza minimi necessari a evitare il franamento. Le cause dell’instabilità sono state individuate in particolare: nel fatto che i limi depositati non erano consolidati a causa della natura acquitrinosa del terreno su cui sorgeva la discarica che non consentiva la decantazione dei fanghi, dell’errata costruzione dell’argine del bacino superiore che non consentiva un adeguato drenaggio al piede, della costruzione del bacino superiore a monte e a ridosso del bacino inferiore:

Il crollo

[caption id="attachment_1440" align="alignleft" width="350"] I bacini dopo il crollo.Il materiale fangoso contenuto nel bacino inferiore mosse verso l'esterno non in forma di crollo, ma di vero e proprio scroscio con balzo verso l'alto..[/caption] Alle ore 12. 22′ 55” del 19 luglio 1985 cede l’arginatura del bacino superiore che crolla sul bacino inferiore che a sua volta crolla. La massa fangosa composta da sabbia, limi e acqua scende a valle alla velocità di quasi 90 chilometri orari e spazza via persone, alberi, abitazioni e tutto quanto incontra fino a raggiungere la confluenza fra il rio Stava e il torrente Avisio. Poche