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36° anniversario

36° anniversario

Anniversario della catastrofe di Stavaanche quest’anno in forma minorenel rispetto delle norme anti Covid-19 L’anniversario della catastrofe di Stava si svolgerà anche quest’anno in forma minore nel rispetto delle norme emanate al fine di contenere il rischio di trasmissione dell’infezione da virus SARS-CoV-2. Nella serata di domenica 18 luglio, vigilia dell’anniversario, si terrà la suggestiva Via Crucis che prenderà le mosse alle 20.30 dalla località Pesa per snodarsi lungo la val di Stava e concludersi davanti alla chiesetta della Palanca a Stava. La Via Crucis, durante la quale vengono scanditi i nomi delle 268 Vittime della catastrofe, costituisce un momento

Nuove iscrizioni nell’Albo d’Onore

Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Stava 1985 deliberanuove iscrizioni nell’Albo d’Onore dei Soci Onorari per meriti professionali ___________________________________________________________________________ La recente riunione del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Stava 1985 è servita per fare il bilancio dell’attività svolta nel corso dell’anno 2020, per approvare i bilanci consuntivo e preventivo e per deliberare l’iscrizione di sei nuovi Soci nell’Albo d’Onore dei Soci Onorari per meriti professionali. L’attività della Fondazione durante l’anno trascorso è stata illustrata dal presidente Graziano Lucchi e dal coordinatore progetti Michele Longo. Nell’anno trascorso - hanno fatto notare - l’attività è stata pesantemente condizionata in negativo dai provvedimenti

Gli anniversari

- Ultimo aggiornamento 17 marzo 2024 - Il 19 luglio di ogni anno è per Tesero e Stava il giorno della memoria. Gli eventi e celebrazioni nel 38° anniversario della catastrofe della Val di Stava hanno abbracciato anche le ricorrenze dei 100 anni dal disastro del Gleno del 1° dicembre 1923 e dei 60 anni dal disastro del Vajont del 9 ottobre 1963. La mostra "Vajont e Gleno, per non dimenticare…” presso la sala ex Cassa Rurale a Tesero e la mostra "Stava 1985 - Il percorso didattico” presso l'auditorium del museo sul Vajont a Longarone hanno consolidato la vicinanza

La Via Crucis e la S.Messa di suffragio

Nel luglio del 1986, primo anniversario della catastrofe, la Parrocchia di Tesero decise di dedicare al suffragio delle vittime una Via Crucis lungo la Val di Stava e una Santa Messa nella chiesa parrocchiale di Tesero. Ancora era ben impressa nella memoria l’intensa Messa esequiale in suffragio delle vittime del 21 luglio del precedente anno, celebrata nella parrocchiale di S.Eliseo dall’Arcivescovo di Trento Alessandro Maria Gottardi e dal Cardinale di Milano Carlo Maria Martini, alla quale aveva presenziato anche l’allora Presidente della Repubblica Italiana Francesco Cossiga. Dal 1986, ogni anno, nella serata della vigilia, si tiene la Via Crucis, con

L'impianto minerario di Montecatini - Anni Sesssanta

La miniera di Prestavèl

[vc_row][vc_column][vc_column_text]La prima indicazione scritta circa l’attività mineraria sul monte Prestavèl risale al 1528. La miniera veniva sfruttata in modo saltuario per la produzione di modeste quantità di galena argentifera. Lo sfruttamento industriale per l’estrazione di fluorite iniziò ben più tardi con la concessione rilasciata il 6 marzo 1935 alla società Atesina per l’Esplorazione Mineraria alla quale subentrò, dal mese di marzo 1941, la società Montecatini. Fino alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso la produzione avveniva nella valle del rio Gambìs e non superava mediamente le 30 tonnellate al giorno. Attorno al 1960 la Società Montecatini decise di produrre

Albergo Stava e Albergo Silvano - 1929

Gli alberghi

[vc_row][vc_column][vc_column_text] La conca di Stava, dove i versanti si addolciscono ospitando l’omonimo abitato, ha da sempre rappresentato luogo di aggregazione per chi viveva, lavorava o era ospite nella valle. Un reale sviluppo in chiave turistica ebbe inizio solamente a partire dalla prima metà del Novecento e solo per la villeggiatura estiva. Prima di allora le strutture destinate al turismo erano modeste: un paio di alberghetti, qualche locanda e poche case per le ferie estive. Dell'albergo più antico, lo Stava, si ha notizia da documenti del 1896 che lo classificavano come locanda. Agli inizi del Novecento prese il nome di Albergo Alpino

Vajòla - Fienagione - 1929

I masi

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Note indroduttive I masi, costruzioni piuttosto antiche, in alcuni casi risalenti almeno agli inizi del XVII secolo, sono probabilmente a loro volta frutto della ricostruzione e ristrutturazione di edifici ancora più antichi, sui quali però non sono disponibili dati attendibili né riguardo all'età né riguardo alla tipologia. Le notizie raccolte hanno permesso di ricostruire in modo abbastanza preciso la situazione della valle di Stava per quanto riguarda il numero e l'ubicazione dei masi soltanto a partire dalla metà dell’Ottocento. Il documento che abbiamo posto come punto di riferimento per tale ricostruzione è la "Copia del Protocollo delle particelle degli Edifizi

Ferri di cavallo: i due anteriori a destra, i due posteriori a sinistra.

Le fucine e le mascalcìe

[vc_row][vc_column][vc_column_text] La fucina ("Fosìna") L'officina dove il fabbro lavora il ferro per ricavarne attrezzi  ed altri manufatti è detto comunemente fucina. Mascalcìa è invece il termine tecnico usato per indicare il laboratorio del maniscalco, il fabbro che prepara ed applica i ferri agli zoccoli dei cavalli e dei bovini da traino. Di fatto i fabbri della Val di Stava esercitavano anche il mestiere di maniscalco. Nelle loro fucine la forza ricavata dall'acqua era impiegata per muovere vari macchinari ed in particolare per il funzionamento dei magli - i martelli meccanici usati per battere il ferro - e del mantice che

Anni '40 del Novecento - Vista dall'alto

La “Chenàra’

[vc_row][vc_column][vc_column_text]L’essicatoio per la produzione di semi di conifera era l’edificio forse più originale della via Mulini a Tesero. Il nome "chenàra", con il quale era chiamato l'impianto, deriva da "chèni", il termine localmente usato per indicare gli strobili o pigne di conifera. I forni e vari macchinari consentivano l'essicazione degli strobili, l'estrazione dei semi, la loro pulitura e conservazione. La "chenàra", costruita nel 1860 al posto di un vecchio mulino, rimase in funzione fino al 1977. Funzionamento Il canale (ròsta), con l'acqua proveniente dal Rio Stava, alimentava una turbina modello “Francis” verticale custodita all’esterno in un ambiente apposito. L’ingranaggio era

Le falegnamerie

[vc_row][vc_column][vc_column_text]La prima documentazione rinvenuta riguardante una falegnameria sul rio Stava risale al 1909 . Dondio Francesco di Vigilio e Kalser Tomaso fu Luigi presentano domanda in Comune e ricevono autorizzazione per attivare una falegnameria al n. Civ. 336-337 (al ponte). Successivamente sono numerose le aziende che adeguano, adibendoli a falegnameria,  edifici esistenti. Nella sezione documenti di questa pagina sono riportate delle schede di dettaglio sui laboratori più importanti: la falegnameria Cooperativa, Bepi Serramenti (già I.A.L.T.), la falegnameria Sociale, il mobilificio DEPAL, la torneria dei Pignari. Le falegnamerie lungo il rio Stava erano specializzate soprattutto nella produzione di serramenti interni ed